Il ritorno de “La
Wally”
Febbraio 15, 2017 Giuseppe
Pennisi
Riccardo
Muti ha recentemente detto che sarebbe tornato alla Scala per dirigere un’opera
se si fosse trattato di La Wally di Alfredo Catalani
Riccardo
Muti ha recentemente detto che sarebbe tornato alla Scala per dirigere un’opera
se si fosse trattato di La Wally di Alfredo Catalani, titolo sparito dai
repertori italiani anche la sua aria principale divenne il tema conduttore di
un film degli anni ottanta di grande successo internazionale Diva di
Jean-Jacques Beineix.
Senza
attendere Muti e la Scala ne presentano un nuovissimo allestimento coprodotto
da Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Teatro Comunale Luciano Pavarotti
di Modena, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e Teatro del Giglio di Lucca.
A
dirigere l’orchestra Regionale dell’Emilia Romagna sarà la bacchetta di
Francesco Ivan Ciampa, cast d’eccezione che vedrà nel ruolo di Wally
l’acclamato soprano spagnolo Saioa Hernandez, della quale la grande Montserrat
Caballé ha detto: “Per me è la diva del nostro secolo”, il tenore serbo Zoran
Todorovich protagonista della scena operistica internazionale, che dopo il
successo de “La Wally” all’Opéra de Montecarlo nel 2016 torna a vestire i panni
di Giuseppe Hagenbach, il baritono Claudio Sgura di casa nei più prestigiosi
teatri europei (Vincenzo Gellner), Serena Gamberoni (Walter) soprano dalla
spiccata presenza scenica, che attualmente studia con Raina Kabaivanska –
protagonista tra l’altro nel ruolo di Wally dell’ultimo allestimento di
quest’opera visto a Piacenza nella lontana stagione lirica 1975 -, il basso
Giovanni Battista Parodi (Stromminger), il mezzosoprano Carlotta Vichi (Afra) e
il Mattia Denti (Il Pedone).
A
firmare la regia Nicola Berloffa, anch’egli già applaudito dal pubblico del che
abbandona per quest’allestimento ogni immaginario folklorico e bucolico e
ammanta la storia di suggestioni quasi “noir”: “Wally si macchia di peccati
capitali – spiega nelle note di regia – abbandona il padre, premedita un
omicidio, si lascia andare alla dissolutezza concedendosi a Gellner con il solo
scopo di ottenere da lui la morte di Hagenbach e infine si suicida. Verrà
dipinta come un’eroina a tinte scure”.
“Libera
come la luce e il vento”, Wally si muove dunque in un universo intriso di
amore, morte, passioni estreme, che caratterizzano il libretto tratto dal
romanzo Die Geier-Wally di Wilhelmine von Hillern, e che guardano al retaggio
del Romanticismo tedesco e a tinte quasi espressioniste. E anche
l’ambientazione che“Libera come la luce e il vento”, Wally si muove dunque in
un universo intriso di amore, morte, passioni estreme, che caratterizzano il
libretto tratto dal romanzo Die Geier-Wally di Wilhelmine von Hillern, e che
guardano al retaggio del Romanticismo tedesco e a tinte quasi espressioniste. E
anche l’ambientazione che vedremo sul palco è ispirata a questa visione, con
“la montagna che incombe minacciosa sui protagonisti della vicenda fin
dall’inizio – spiega ancora Berloffa – in tutta la sua grandezza e
pericolosità”. Saranno le suggestive scene di Fabio Cherstich a evocare la
forza distruttrice della tragica vicenda di Wally, insieme ai costumi di
Valeria Donata Bettella e alle luci di Marco Giusti.
“La
Wally” andò in scena per la prima volta alla Scala con grandissimo successo il
20 gennaio 1892. Catalani, già gravemente ammalato, morì l’anno seguente a soli
39 anni, stroncato dalla tubercolosi. Il compositore lucchese, conterraneo di
Puccini e di soli quattro anni più giovane, affidò a quest’opera il suo
testamento musicale.
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