lunedì 13 febbraio 2017

I prezzi in Italia in Impresa Lavoro 14 febbraio



I prezzi in Italia
14 febbraio 2017
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La Banca centrale europea ha pubblicato a gennaio un utile saggio sull’andamento dei prezzi in Italia (“Changing Prices….Changing Times; Evidence for Italy”, Working Paper n. 2002 ) di Mario Porqueddo e Silvia Fabiani. Distribuito dalla Bce, è anche scaricabile dal sito dell’Istituto. Lo studio parte dall’assunto che il meccanismo della formazione dei prezzi e del loro aggiustamento ha importanti implicazioni macro-economiche specialmente per le fluttuazioni cicliche, i tassi di cambio reali e la politica monetaria.
La letteratura empirica è peraltro diventata molto vasta. Una particolare importanza ha lo studio condotto dal Sistema europeo di banche centrali “Inflation Persistent Network” e che esamina il grado di rigidità dei prezzi misurato in termini di frequenza, ampiezza e direzione degli aggiustamenti. Nell’area dell’euro, la flessibilità dei prezzi è risultata molto eterogenea a seconda dei prodotti: la frequenza degli aggiustamenti è stata dal 28% per i generi alimentari sino al 78% per i prodotti dell’energia. Nel quadro europeo, l’Italia è stato uno dei Paesi dell’area dell’euro più rigidi: solo il 10% dei prezzi dei prodotti cambiavano ogni mesi mentre nell’eurozona l’indicatore si poneva al 15%
Il lavoro analizza se in Italia i meccanismi di formazione e di aggiustamento dei prezzi sono mutati nel corso del periodo preso in considerazione. In particolare, se in un contesto di protratta stagnazione economica e una doppia recessione che ha depresso i consumi, c’è stata o meno una maggiore flessibilità dei prezzi nominali, anche al ribasso. Nel lavoro, la flessibilità viene misurata dal durata del periodo in cui i prezzi tendono a restare stabili o, di converso, la frequenza e la direzione del cambiamenti. L’accento è sulla natura (e la direzione) degli aggiustamenti durante le due recessioni del 2008-09 e del 2011-20113. Il campione riguarda 960.000 prezzi per 49 categorie di beni e servizi. Tralasciando la parte metodologia, le principali conclusioni sono le seguenti:
a) tra il 2006 ed il 2013 la durata media di prezzi stabili è stata tra i 4 ed i 6 mesi, circa 3 mesi meno che nel periodo 1996-2001. Circa il 15% dei prodotti è cambiato ogni mese in media, mentre i prezzi dei servizi sono rimasti stabili per circa un anno;
b) Esiste una differenza in flessibilità nominale a seconda della categoria dei prodotti. I prezzi dei prodotti energetici e circa un terzo di quelli degli alimentari non trattati cambiano in pratica ogni mese, a differenza dell’11% degli alimentari trattati e del 6% di quelli dei servizi.
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