14 febbraio
2017
La Banca
centrale europea ha pubblicato a gennaio un utile saggio sull’andamento dei
prezzi in Italia (“Changing Prices….Changing Times; Evidence for Italy”,
Working Paper n. 2002 ) di Mario Porqueddo e Silvia Fabiani. Distribuito dalla
Bce, è anche scaricabile dal sito dell’Istituto. Lo studio parte dall’assunto
che il meccanismo della formazione dei prezzi e del loro aggiustamento ha
importanti implicazioni macro-economiche specialmente per le fluttuazioni
cicliche, i tassi di cambio reali e la politica monetaria.
La
letteratura empirica è peraltro diventata molto vasta. Una particolare
importanza ha lo studio condotto dal Sistema europeo di banche centrali
“Inflation Persistent Network” e che esamina il grado di rigidità dei prezzi
misurato in termini di frequenza, ampiezza e direzione degli aggiustamenti.
Nell’area dell’euro, la flessibilità dei prezzi è risultata molto eterogenea a
seconda dei prodotti: la frequenza degli aggiustamenti è stata dal 28% per i
generi alimentari sino al 78% per i prodotti dell’energia. Nel quadro europeo,
l’Italia è stato uno dei Paesi dell’area dell’euro più rigidi: solo il 10% dei
prezzi dei prodotti cambiavano ogni mesi mentre nell’eurozona l’indicatore si
poneva al 15%
Il lavoro
analizza se in Italia i meccanismi di formazione e di aggiustamento dei prezzi
sono mutati nel corso del periodo preso in considerazione. In particolare, se
in un contesto di protratta stagnazione economica e una doppia recessione che
ha depresso i consumi, c’è stata o meno una maggiore flessibilità dei prezzi
nominali, anche al ribasso. Nel lavoro, la flessibilità viene misurata dal
durata del periodo in cui i prezzi tendono a restare stabili o, di converso, la
frequenza e la direzione del cambiamenti. L’accento è sulla natura (e la
direzione) degli aggiustamenti durante le due recessioni del 2008-09 e del
2011-20113. Il campione riguarda 960.000 prezzi per 49 categorie di beni e
servizi. Tralasciando la parte metodologia, le principali conclusioni sono le
seguenti:
a) tra il
2006 ed il 2013 la durata media di prezzi stabili è stata tra i 4 ed i 6 mesi,
circa 3 mesi meno che nel periodo 1996-2001. Circa il 15% dei prodotti è
cambiato ogni mese in media, mentre i prezzi dei servizi sono rimasti stabili
per circa un anno;
b) Esiste
una differenza in flessibilità nominale a seconda della categoria dei prodotti.
I prezzi dei prodotti energetici e circa un terzo di quelli degli alimentari
non trattati cambiano in pratica ogni mese, a differenza dell’11% degli
alimentari trattati e del 6% di quelli dei servizi.
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