FINANZA E POLITICA/ Iva e
manovra, gli ostacoli alle richieste di Padoan
Mentre in
Italia si parla di legge elettorale e voto anticipato, Pier Carlo Padoan ha
chiesto all’Ue uno sconto sulla prossima manovra. Il commento di GIUSEPPE
PENNISI
05 giugno
2017 Giuseppe Pennisi
Pier Carlo Padoan (Lapresse)
Il mondo
politico italiano è alle prese con la nuova legge elettorale che forse verrà
approvata nei tempi per permettere elezioni anticipate e dare al Segretario del
Pd, per alcune settimane, l’illusione di vincerle e di rientrare trionfante a
palazzo Chigi. Invece, a via Venti Settembre (in particolare al ministero
dell’Economia e delle Finanze) si tratta, più proficuamente, con la Commissione
europea la possibilità di riscadenzare la manovra di aggiustamento per
rimettere in sesto i conti pubblici, secondo le regole del Fiscal compact. Come
presentata da gran parte della stampa, la proposta implicherebbe di spalmare
su almeno due anni l’aggiustamento previsto, in base al Fiscal
compact, in circa 20 miliardi di euro per l’esercizio finanziario 2018,
portandolo, l’anno prossimo, a 9 miliardi di euro e sospendere le clausole
di salvaguardia che avrebbe comportato un aumento dell’Iva.
Occorre dire
che le notizie giornalistiche apparse questo fine settimane sono piuttosto
confuse sia perché la trattativa è in corso, sia perché numerosi giornalisti
che trattano di temi e problemi europei conoscono a menadito il diritto europeo
e le procedure che da esso scaturiscono, ma sembrano aver dimenticato alcuni
punti essenziali del diritto internazionale. Da un lato, è sacrosanto
sottolineare che il buon esito della trattativa con la Commissione è unicamente
un primo passo. Molto più difficile sarà convincere i ministri degli altri
Stati dell’Ue.
La proposta
italiana dovrebbe cominciare a essere discussa a metà giugno. I fronti sono già
delineati: gli Stati mediterranei e la Francia sembrano favorevoli, mentre la
Germania, gli Stati nordici e quelli dell’Europa centrale e orientale non
vorrebbero sentirne parlare. Molto dipende dal quadro politico che si profilerà
per l’Italia; se dopo le elezioni, ci sarà un esecutivo stabile e affidabile,
le proposte italiane potranno venire accolte; se, invece, anche in base a una
legge elettorale affrettata e similtedesca ma in salsa fiorentina, si profila
un’instabilità caratterizzata da Governi di coalizione litigiosi e di breve
durata, sarà duro convincere i Governi degli Stati Ue che non si fidano delle
promesse di Governi comunque prevedibilmente a breve termine e dilaniati al
loro interno.
Questo
problema squisitamente politico si situa in un complesso quadro giuridico: la
natura del Fiscal compact. Non è un trattato (valido spesso per sempre o
almeno sino a quando una o più parti lo denunciano), ma un accordo
intergovernativo, e, come tutti gli accordi intergovernativi, a termine. Il
Fiscal compact (tecnicamente si chiama «Accordo sulla stabilità, il
coordinamento e la governance dell’Unione economica e monetaria») nasce per
l’esigenza di accelerare i tempi del raggiungimento degli obiettivi di finanza
pubblica e di rapporto tra debito e Pil del Trattato di Maastricht: pareggio di
bilancio, tetto del 60% nel rapporto debito/Pil e del 3% in quello deficit/Pil.
Si tratta di un accordo intergovernativo, che dovrà essere incorporato nei
trattati europei “entro cinque anni” dalla sua entrata in vigore, avvenuta il
1° gennaio 2013. Dunque entro il 1° gennaio del 2018. Sulla base
dell’esperienza fattane, potrà essere riveduto e corretto o anche fatto più o
meno dolcemente decadere
È per questo
che il tema tiene banco nell’agenda europea in tutto il 2017. Un periodo in cui
sono anche fissate importanti scadenze elettorali: in Olanda, Francia e forse
Italia (dove la coalizione in carica ha subito appena sei mesi fa una
fortissima sconfitta al referendum sulla riforma costituzionale).
L’intreccio
tra aspetti squisitamente politici e aspetti decisamente giuridici complica non
poco una discussione serena, a livello europeo, della proposta Padoan.
Tuttavia, a metà giugno si potranno percepire alcune indicazioni da valutare con
attenzione
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