Rigoletto
nel resort a cinque stelle
Il teatro dell’opera, per molti
aspetti forma di spettacolo del passato e frequentato per lo più da pantere
grigie, deve rinnovarsi per sopravvivere. Interessante quanto sta facendo la
fondazione del Teatro lirico di Cagliari (città di 150mila abitanti). Da un
lato, sta tessendo un’alleanza con una rete di teatri americani: negli Stati
Uniti, i teatri sono privati, e, tranne poche eccezioni, i costi di produzione
più contenuti che da noi. Da un altro, collabora strettamente con i privati e
porta l’opera di qualità nel più elegante resort della costa occidentale della
Sardegna.
In questo primo anno di
collaborazione con gli Usa prevede, tra le altre cose, la realizzazione di tre
nuove produzioni che valorizzano l’opera lirica italiana in un contesto
mondiale. Il progetto è stato inauguro alla New York City Opera (31 marzo – 1,
4, 5 aprile 2017) dove è stata rappresentata La campana sommersa di
Ottorino Respighi, una nuova produzione del lirico che, dopo il grande successo
ottenuto nell’aprile 2016 a Cagliari, consentirà al pubblico americano di
ascoltare un’opera che manca a New York dal trionfale debutto del 1928. Il 23,
27, 29 aprile ha debuttato all’Opera Carolina di Charlotte, La fanciulla del
West di Giacomo Puccini, una nuova coproduzione internazionale tra Teatro
lirico di Cagliari, Opera Carolina, New York City Opera e Teatro del Giglio di
Lucca, con la collaborazione dei Teatri di Pisa e Livorno. Dopo Charlotte la
produzione sarà alla New York City Opera nel settembre 2017, al Teatro lirico
di Cagliari ad ottobre e quindi in Toscana. Terza opera, in cooperazione con la
War Memorial Opera House di San Francisco (dove la cui prima assoluta è stato
un trionfo) e con il Teatro Regio di Torino, il 24 novembre debutterà in Italia
La Ciociara di Marco Tutino dal romanzo di Alberto Moravia e dal film di
Vittorio De Sica. Nell’estate 2017 debutterà a Cagliari e nei diversi siti
archeologici della Sardegna la terza nuova produzione internazionale: L’ape
musicale di Lorenzo Da Ponteun “ghiribizzo musicale” alla città di New
York, dove venne rappresentata il 20 aprile 1830 al Park Theatre, al suo arrivo
negli Stati Uniti. Con fondi europei, Cagliari ha avviato un’importante azione
di valorizzazione dei principali siti archeologici isolani, che hanno le
caratteristiche tecnico-naturali per ospitare spettacoli di teatro in musica.
Dei vari aspetti di
collaborazione con i privati, il più interessante è quello con il Forte Village
a Santa Margherita di Pula. Accanto al resort è stata costruita la Forte Arena,
per spettacoli musicali. L’arena è strutturata in modo modulare affinché possa
accogliere da 2.500 spettatori (per la lirica) a 5mila per i concerti più
popolari. Il Village, che contribuisce al Teatro anche utilizzando l’art bonus,
non propone opera “ciabattona da spiaggia” come quelle che vengono spesso
offerte da compagnie itineranti, ma produzioni di qualità, con bacchette ed
interpreti di fama internazionale, perché il pubblico del Forte Village viene
da tutto il mondo ed i prezzi dei biglietti non sono inferiori a quelli dei
maggiori festival europei (Salisburgo, Aix-en-Provence).
L’opera inaugurale è stata, il 10
giugno, Rigoletto di Giuseppe Verdi. Non è un nuovo allestimento con
aspetti innovativi; nasce da un’idea di Alberto Fassini realizzata, per la
parte registica da Joseph Franconi Lee e con scene e costumi di Alessandro
Ciammarughi. Le scene sono state adattate ad un vasto palcoscenico, con al
centro una piattaforma rotante, a cielo aperto. La parte musicale merita un
elogio per le difficili condizioni in cui hanno operato gli artisti: il 10
giugno era una serata molto umida a differenza della sera del 9 quando la prova
generale si è svolta in condizioni migliori. Donato Renzetti, pur in condizioni
difficili, ha concertato con grande abilità sottolineando i momenti melodici ed
il contrappunto. Come sempre, di grande qualità l’orchestra del Lirico
cagliaritano.
I protagonisti erano interpreti
di grande nome e di grande richiamo. Rigoletto era Leo Nucci che ha dimostrato
ancora una volta di essere un cantante ed un attore che sa come presentare
tutte le sfumature della parte. La Gilda di Barbara Bargnesi ha eccelso in
Caro nome, aria che è un punto di transizione nella scrittura verdiana e
che precorre La Traviata. Molti gli applausi a scena aperta. Nucci e
Bargnesi, a grandissima richiesta dei 2.500 spettatori hanno bissato Sì
vendetta, tremenda vendetta! al termine del secondo atto prima di gettarsi
(senza interruzione) nell’impervio terzo atto. Antonio Gandìa è un Duca dalla
voce generosa, timbro chiarissimo e squillo puro. Bravi Cristian Saitta
(Sparafucile) e Martina Serra (Maddalena). Al Monterone di Gocha Abuladze
gioverebbe giungere ad un registro ancora più cupo.
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