OPERA/ "Arabella" o
l'incanto dell'amore in tempo di crisi": il festival di Lipsia
A Lipsia
sono in corso due festival: uno dedicato a Bach nel quadro delle celebrazioni
luterane, ed uno a Richard Strauss. Di quest'ultimo presentiamo Arabella.
GIUSEPPE PENNISI
20 giugno
2017 Giuseppe Pennisi
Foto di Kirsten Nijhof
A Lipsia
(circa 500.000 abitanti ad un’ora e mezzo da Berlino) sono in corso due
festival: uno dedicato a Bach nel quadro delle celebrazioni luterane, ed uno a
Richard Strauss. Soffermiamoci su quello straussiano: in un fine settimana
vengono presentate tre opere dirette dallo stesso concertatore Ulf Schirmer
(noto in Italia per la sua frequente presenza alla Scala): “Arabella”,
“Salome”, e “La Donna Senz’Ombra”. Si tratta di un vero e proprio tour de
force. Tranne il secondo, sono titoli poco rappresentati in Italia, quindi mi
soffermerò su il primo ed il terzo. ‘Arabella’ manca dalle nostre scene da
oltre un quarto di secolo, mentre nell’ultimo trentennio ‘La Donna senz’Ombra’
si è vista in due produzioni differenti alla Scala ed in due a Firenze.
Cominciamo
con Arabella. Nel febbraio 1992, recensendo l’ultima messa in scena in Italia
di “Arabella” (alla Scala - alcune rappresentazioni nell’ambito di una
tournée dell’Opera di Monaco di Baviera), l’allora critico musicale del
“Corriere della Sera” Duilio Courir parlò di “incanto dell’amore”. Un
qualificativo azzeccato, mentre ancora oggi c’è chi scrive, a proposito di
questa magnifica commedia lirica, “il bazar sublime di ogni possibile ed
impossibile impegno vocale” (come scrisse Fedele D’Amico), parla di Sklerosenkavalier
ove non di Prostatenkavalier.
Non mancano
alcune assonanze con il Rosenkavalier (che la precedette di un quarto di
secolo). Richard Strauss era quasi settantenne quando, dopo un lungo periodo di
gestazione e la morte del poeta-librettista-coautore (Hugo von Hofmannsthal) la
“commedia lirica in tre atti” andò in scena a Dresda nel 1933. Ciò non toglie
che “Arabella” è forse la commedia in musica più deliziosa del Novecento,
indubbiamente quella che meglio tratteggia l’innamoramento di un quarantenne
per una ventenne in un contesto storico di crisi politica ed economica (l’Austria
battuta dalla Prussia nel 1866 nel libretto, la composizione e la messa in
scena negli “anni difficili” 1928-1933).
La vicenda è
a mezza via tra nostalgia e commedia dei sentimenti. La storia è quella di una
famiglia nobile sull'orlo della bancarotta che, nella Vienna degli anni
immediatamente successivi alla guerra austro-prussiana (periodo, quindi, di
incertezza politica e di dissesti finanziari non troppo distanti dai nostri
anni, non solo dell’epoca quando venne concepita), gioca le ultime carte
puntando su un buon matrimonio della figlia Arabella per salvare una situazione
assai compromessa.
Per questa
ragione la sorella più giovane, in attesa che un ricco cavaliere si presenti
per Arabella, è costretta a vivere travestita da ragazzo. Nasce in questo modo
l'equivoco sul quale si fonda lo svolgimento degli accadimenti scenici; uno
svolgimento da teatro leggero, trattato, con grande eleganza, dalla penna di
Hofmannsthal, si conclude con un lieto fine.
Il
cavaliere, Mandryka, è un maturo gentleman from overseas, ricco
possidente (non solo terriero ma anche industriale) di quella Croazia allora
considerata dai viennesi come ai confini del malmesso Impero. Arabella ha
corteggiatori tra aristocratici più o meno spiantati (cantati da un tenore, un
baritono ed un basso) della capitale. L’amore con il croato Mandryka è a prima
vista.
Viene
turbato da equivoci a proposito del giovanotto (in effetti, la sorella di
Arabella travestita). Ma si risolve tutto in dolcezza. E con una musica del
tutto nuova ed innovativa (per un settantenne, senza dubbio in pieno vigore):
un organico ristretto, addio per sempre ai wagnerismi (a cominciare dai
Leitmotif), nessuna concessione alla dodecafonia, una scrittura come detto
acutamente Mario Bortolotto nel suo saggio su Strauss, fatta di “schegge e
tessere sonore” che “scorrono, riapparendo in momenti del tutto imprevedibili”
in cui anche i ritmi di danza (valzer lento, polacca, valzer brillantissimo)
hanno una funzione importante.
L’edizione
vista ed ascoltata a Lipsia – il cui teatro d’opera presenta ogni anno circa 40
titoli di lirica e 10 di balletto ed ha un tasso medio di riempimento del’80% -
ha debuttato nel giugno 2016 e si prevede verrà replicata per una decina di
anni. La regia è di Jan Schmidt-Garre, le scene di Heike Scheele ed i costumi
di Thomas Kaiser. Nell’immenso palcoscenico, sei elementi scenici (ciascuno con
praticabili) mostrano varie parti dell’albergo che si ricompongono in un’unica
unità nella scena finale. L’epoca non è certo il 1868. Si potrebbe essere negli
Anni Ottanta del Novecento dati i costumi e le caratteristiche dell’albergo -
come le luci al neon ed il mobilio dell’albergo che potrebbe essere l’Hotel
Berlin sulla Unter den Linden, luogo storico sia perché frequentato dagli alti
papaveri della Repubblica Democratica Tedesca sia perché pieno, ad ogni angolo,
di microspie. Potrebbe essere anche un luogo imprecisato dell’Europa del
malessere di questi anni. La via d’uscita è “l’incanto dell’amore”; in
questa, come in altre opere (“Elena Egizia”, “Intermezzo”, “La Donna
senz’Ombra”, “L’Amore di Danae”), per Strauss il solo incanto possibile è
quello dell’amore coniugale.
Sul podio,
Ulf Schirmer guida l’orchestra della Gevandhaus una cooperativa di musici, che
risale al Medioevo e dispone anche di un auditorium per la sinfonica. E’ una
delle formazioni migliori d’Europa e sfoggia la sua perizia con gli intrecci
della difficile scrittura orchestrale. Impossibile citare tutti i 17 solisti.
Arabella è l’americana Betsy Horne, da anni in Germania dove canta “Der
Rosenkavalier” nei maggiori teatri di Berlino; voce calda, passionale ma anche
dolcissima. Mandryka è il baritono di agilità Thomas Mayer. Grandissimo il loro
duetto finale. Tra gli altri, spicca il mezzo soprano, Olena Tokar,
applauditissima nel ruolo en travesti della sorella più giovane di Arabella,
Zdenka, vestita da ragazzo adolescente, ma in piena esplosione ormonale; ne sa
qualcosa Matteo, Markus Francke, unico tenore di rilievo della serata. Il Conte
Waldner, che vuole risolvere i suoi problemi finanziari dando Arabella in
sposa, è un grande nome del teatro musicale tedesco, Jan-Hendrik Rootering ma
la sera del 16 giugno era corto di volume.
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