FESTIVAL DEL TIROLO: NOTE DIVINE CON WAGNER
Giuseppe Pennisi
Nel lembo del Tirolo che si inserisce nella Baviera, c’è un villaggio di 1450 abitanti, Erl, dove da circa quattro secoli, ogni sette anni, l’intera popolazione mette in scena una Sacra Rappresentazione della Passione. Alla fine degli Anni Cinquanta, vi è stata costruita una struttura permanente (Passionsspielhaus) con 1700 posti, un palcoscenico lungo e stretto, una sistemazione a gradoni (dietro il palcoscenico e in piena visibilità da parte del pubblico) per 130 orchestrali ed un grande organo. Da una dozzina di anni, tra una Passione e l’altra, viene organizzato il Festival del Tirolo (quest’anno dal 7 al 31 agosto). La Passionsspielhaus ospita opere (quest’anno tre wagneriane: “Tannhäuser”, “Maestri Cantori” e “Parsifal”) e grande sinfonica, la Chiesa Parrocchiale Sant’Andrea ed il salone dell’unico grande albergo, la cameristica. Il Festival è una creazione di Gustav Kuhn : alcune produzioni del Festival arrivano nella Penisola, come la “Elettra” che si è vista a Bolzano, Piacenza, e Ravenna.
Dato che Kuhn è cattolico e la principale struttura del Festival è la Passionsspielhaus, il programma guarda all’Alto. Questa edizione è stato inaugurata con la quarta di Bruckner ed ha tenuto a battesimo la nuova versione della “Missa ad venerationem artium et vitae” di Engell. A 80 km a Sud di Monaco ed a 70 a Est di Salisburgo, il pubblico non manca. Anzi – il Festival è finanziato quasi esclusivamente da privati e da enti locali – sono state trovate le risorse per costruire, accanto alla Passionsspielhaus, un teatro per rappresentazioni invernali.
La struttura della Passionsspielhaus, e la necessità di produrre alta qualità a basso costo (Bayreuth e Salisburgo sono dietro l’angolo; il pubblico austriaco e tedesco è preparato) impongono interessanti soluzioni registiche. “I Maestri Cantoni” , ad esempio, si svolge su una pedana (con orchestra a vista nel fondale) in cui elementi scenici suggeriscono di volta in volta la Chiesa di Santa Caterina, la casa di Sachs, le stradine di Norimberga e la pianura dove si svolge la gara di canto al centro della commedia. I 17 protagonisti ed il coro alternano costumi rinascimentali (quando vestono funzioni pubbliche) e contemporanei (quando in privato si rivolgono ai grandi temi etici del lavoro). La popolazione di Erl è coinvolta come comparse; i bambini come mascotte delle corporazioni. Un modo per fare considerare il festival come capitale sociale della comunità. I cantanti provengono dai maggiori teatri del mondo tedesco e, i più giovani, dalla Montegral Academy nei pressi di Lucca.
Discutibile il nuovo allestimento di“Tannhäuser”,nonostante l’alta qualità musicale , specialmente dei tre protagonisti (Luis Chapa, Micheal Kupfer e Nancy Weissbach). I costumi del Langravio di Turingia e dei Cavalieri del Wartburg sembrano ispirati ad un circo felliniano, il baccanale pare svolgersi in un harem talebano (con tanto di burqa) ed i coro femminile indossa curiosi abiti da Mittleeuropa Anni 30. Difficile comprenderne le ragioni.
Circa la metà dei 130 orchestrali sono giovani musicisti italiani.
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