lunedì 6 dicembre 2010

L'Italia è piatta. DobbiAMO SVEGLIARLA IN Ffwebmagazine.it

Esce il 44esimo Rapporto Censis. E non ci sono buone notizie
L'Italia è piatta.
Dobbiamo svegliarla
di Giuseppe Pennisi
La mattina del 3 dicembre, nella consueta cornice del Cnel, è uscito il 44simo Rapporto del Censis sulla situazione sociale del Paese. In primo luogo, essere arrivati al 44simo volume annuale (quello appena presentato è di 461 pagine) deve essere motivo d’orgoglio non solo per chi ha creato e animato il Censis e per chi vi ha lavorato per tutto il Paese- il solo in Europa a seguire con attenzione ogni anno un documento ben ricercato ed indipendente ma ponderoso di analisi sociale. Ci piace farci del male e non riconoscere che siamo più attenti di quanto in effetti siamo. In questi 44 anni, il Censis ce lo ha ricordato spesso.

Ci ha mostrato aspetti positivi della società italiana in quelli che sono ricordati come gli anni bui della notte della Repubblica. Ci ha ricordato che c’era una vasta Italia sana quando Tangentopoli pareva indicare che tutti gli strati della società fossero corrotti e che la corruzione di parte della politica e della pubblica amministrazione non fosse che lo specchio di un più vasto e più radicato fenomeno. Ha scoperto la vitalità dei distretti industriali e delle piccole e medie imprese prima che se ne interessassero economisti stranieri come Frank Pyke e organizzazioni internazionali come la Banca mondiale, l’Ilo e l’Unido – e molto prima che ne parlasse la Fondazione Edison. Il Censis ha sempre guardato con documentato ottimismo al Paese e al suo futuro. Per questo motivo deve destare preoccupazione l’ultimo rapporto il cui tema conduttore è “la pericolosa china verso l’appiattimento della soggettività e dell’orizzontalità non governata” in una “società indistinta”, di una “realtà sociale” il cui “vero virus è l’insicurezza”.
I sociologi possono meglio di un economista entrare nelle interessanti, e provocatorie, analisi del Censis. Per un economista esse spiegano a tutto tondo i fenomeni economici trattati in un altro documento in uscita in questi giorni- il Global Outlook di quell’Istituto affari internazionali, poco più anziano del Censis, ma che, più o meno nell’arco dello stesso periodo, tanto ha contribuito a sprovincializzare la cultura politica internazionale e a darle un afflato internazionale. Il Global Outlook mostra un'Italia in ritardo, che ha perso quote di mercato (e che ne perderà ancora di più) , che ha un saldo negativo degli investimenti diretti all’estero e la cui cultura d’impresa nulla ha recepito dell’integrazione tra servizi e manifatturiero alla base del successo di Paesi come la Repubblica federale tedesca.
I due documenti – il Rapporto Censis ed il Global Outlook dell’ Iai – sono due aspetti dello stesso problema. Nell’Europa chiamata “la bella addormentata” in un bel libro di Mario Baldassarri di qualche anno fa, l’Italia sembra essersi ibernata in un melanconico sonno profondo in cui, alla ricerca di una non meglio specificata “felicità”, pare avere rinunciato alla crescita. E’ il momento di darsi una bella svegliata.

6 dicembre 2010

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