Cosa si cela dietro l’offerta dell’Aeroflot (in partnership con Unicredito) per acquisire il controllo dell’Alitalia? Ossia quale è piano industriale di Aeroflot - dato che, presumibilmente , al piano finanziario bada Unicredit- e perché tale piano contempla il controllo dell’Alitalia? In estrema sintesi, si può dire che il piano consiste nel fare diventare l’Alitalia la sesta “A” del sistema Italia. Su Il Tempo del 5 aprile si è fatto riferimento alle 4A (Abbigliamento, Arredamento, Automazione, Alimentazione) che, secondo un recente libro di successo, hanno fornito lo sprint che, negli ultimi anni, ha dato la svolta all’export del “made in Italy” ed alla riconquista di posizioni considerate perdute sul mercato mondiale ed al riequilibrio della bilancia commerciale. Alle 4A occorre aggiungere l’Arte, il patrimonio di beni culturali, volano per il turismo (specialmente per quello di lusso) e, quindi, per la bilancia valutaria. Le A diventano, quindi, 5 . Perché il matrimonio con Aeroflot potrebbe fare diventare l’Alitalia la sesta A del sistema? E quali le implicazioni?
Il piano lo ha fatto trapelare, in conversazioni riservate (sino ad un certo punto), Tyler Brûlé, un nome che è tutto un programma, direttore della rivista “The Monocle” (periodico dedicato al superlusso). Brulé non ha una residenza stabile, ma vive tra la Svizzera, la Svezia e la Gran Bretagna – quindi, è molto spesso in aereo e sa quanto la comodità ed il lusso in cabina siano importanti specialmente a chi viaggia per lavoro e può permettersi di non badare a spese. La ha soffiata anche un russo d.o.c., il giovane pianista Denis Matsuev (nato in Ikuts in Siberia, 31 anni, alto 1 metro e 92 centimetri ed idolo delle ragazze oltre che degli specialisti di Rachmaninov – il “Times” di Londra lo ha chiamato “il nuovo Horowitz”). Brûlé e Matsuev (il quale è anche lui sempre in volo e con la sua stazza ha difficoltà a trovare un aereo dove sentirsi comodo – per ora l’unica prima classe a lui adeguata è quella della Singapore Airlines) fanno capire che la sola strada per rilanciare l’Alitalia consiste in farla diventare la costola di superlusso di una grande compagnia mondiale- in breve la Bentley o la Rolls Royce del trasporto aereo. Solamente prima classe, poltrone comodissime, televisioni al plasma, telefoni satellitari, cucina a bordo da Vissani o da Michele (non inferiore comunque ai veronesi “12 apolostoli” o simili), stampe d’autore alle pareti, uniformi firmate Valentino coniugando il meglio delle varie A (Arredamento, Alimentazione, Automazione, Abbigliamento, Arte ) per voli che i comuni mortali possono solamente sognare.
Perché l’Aeroflot è interessata ad avere un ramo di superlusso? Lo spiega Peter Morris di Ascend, una società di consulenza specializzata in aviazione con base a Londra. Non è più l’aviolinea “proletaria” dove si viaggiava ammassati in poltrone strettissime, agli ordini di hostess molto robuste e con accanto passeggeri con galline in cesti di vimini. Ha affrontato una dura ristrutturazione , riorganizzato le proprie tratte, dato la priorità sul mercato dell’Eurosia e si è dotata di una flotta di 88 jet, di cui 52 Tupelov e Ilyushin, 25 Airbus ed il resto suddiviso tra Boeing e McDonnel-Douglas. Ha appena ordinato 22 Aibus A350-XWB . Con i conti in ordine è pronta ad entrare alla grande nel mercato del lusso (non solo eurasiatico o per i nuovi magnati della Russia e dell’Asia centrale) ma mondiale, tale da soddisfare tutti coloro che, come il giovane Matsuev, cercano solo e soltanto il lusso – una domanda a prova di recessione come mostra, ad esempio, l’andamento delle quotazioni dei vini di extra-lusso francesi. Inoltre il recente contratto Eninftgaz per bocconi appetitosi della Yukos , mostrano che i rapporti tra i due Paesi (la politica pesa sempre nel comparto del trasporto aereo) sono ottimi.Aeroflot – a pensare male spesso ci si azzecca – ha avuto probabilmente accesso all’informazione super-riservata: i tassi di rendimento contabile di Alitalia per tratta. Sa quindi su quali tratte puntare per il ramo superchic. Quali abbandonare a low cost- anche interne al gruppo (c’è ancora una parte di Aeroflot per viaggiatori con galline al seguito). Nel breve periodo, avremo una A in più – la sesta, quella di Alitalia – ed un bel po’ di occupati (in alcuni parti de
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