lunedì 24 gennaio 2011

“Les nuits d’été” di Berlioz in una fredda sera d’inverno Il Velino 24 gennaio

CLT - Roma, “Les nuits d’été” di Berlioz in una fredda sera d’inverno
Roma, 24 gen (Il Velino) - Cosa meglio de “Les nuits d’étè” di Hector Berlioz in una fredda sera d’inverno? L’Accademia nazionale di Santa Cecilia ha ben fatto a programmare questa composizione dal 22 al 25 gennaio, di solito giorni tra i più freddi dell’inverno romano. “Les nuits d’étè” sono una partitura anomala che non rientra nei generi musicali canonici, come non vi fanno parte altri lavori di Berlioz, quali “Lèlio”, “Roméo et Juliette” e “La damnation de Faust”. Sono melodie per voce (mezzosoprano) e orchestra. Berlioz ne compose numerose ma “Les nuits d’été” sono le sole concepite come un ciclo coerente e unitario, con una accurata e misurata successione di atmosfere e una delicata alternanza di tempi e modalità. Si basano, soprattutto, su poesie di un unico autore, Théophile Gautier, che ne rende ancora più forte la concezione unitaria. Nate inizialmente per essere accompagnate soltanto dal pianoforte, Berlioz ne ha successivamente composto una versione in cui la voce del mezzosoprano dialoga con un’orchestra di medie dimensioni. “Les nuits d’été” sono una composizione squisitamente francese, ma molto amate dal pubblico romano, tanto che si sono già sentite una quindicina di volte nei concerti dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia.

Questa volta la bacchetta è stata affidata a Carlo Rizzari poiché Kazushi Ono, ammalato, ha cancellato una lunga tournée programmata per queste settimane in varie città. Il mezzosoprano era Sonia Ganassi. Lei e Rizzari hanno correttamente messo l’accento sul clima tra il sensuale e il meditativo che caratterizza le sei poesie di Gautier e che ha comportato, per Berlioz, la necessità di rinunciare ai suoi consueti enormi organici, per far affiancare un corpo di base di archi da un’arpa, due flauti, un oboe, tre clarinetti, due fagotti e due corni. La composizione è breve (altro aspetto che la distingue da gran parte della produzione di Berlioz), ma piena di fascino e il risultato è stato di far palpitare il pubblico.

“Les nuits d’été” erano inserite in un programma che prevede nella prima parte l’esecuzione nei concerti dell’Accademia di un lavoro molto recente del compositore britannico George Benjamin (Dance Figures) e nella seconda la terza sinfonia di Camille Saint-Saëns. Breve (15 minuti in totale) le nove scene coreografiche per orchestra hanno fatto da aperitivo a Berlioz. Grandiosa la sinfonia di Saint-Saëns che richiede un vasto organico orchestrale con l’aggiunta di un organo e due pianoforti. Anch’essa quintessenza francese ma distinta e distante da “Les nuits d’été”.
(Hans Sachs) 24 gen 2011 13:31

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