MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
2018/ Le tenebre e l'angelo
Il Maggio
Musicale Fiorentino 2018 il 3 giugno ha presentato in prima
mondiale Infinita Tenebra di Luce di Adriano Guarnieri ed il 25
giugno La Dafne di Marco da Gagliano. GIUSEPPE PENNISI 05 giugno 2018
- agg. 05 giugno 2018, 9.31 Giuseppe Pennisi
Il cast, foto Project-Contrasto
Pier Luigi
Pizzi ama dire che Un Festival non è tale se non presenta una prima mondiale
od una riscoperta di lavori dimenticati dell’antichità. Il Maggio Musicale
Fiorentino 2018 ha ambedue questi ingredienti: il 3 giugno ha presentato in
prima mondiale Infinita Tenebra di Luce di Adriano Guarnieri al
delizioso teatro Goldoni (un gioiello di circa 350 posti, palchi e loggione
compresi) ed il 25 giugno metterà in scena La Dafne di Marco da Gagliano
nella Grotta dei Buontalenti del Giardino dei Boboli. Guarnieri è uno dei
compositori italiani contemporanei più apprezzati e più noti. Marco da Gagliano
è un esponente del barocco fiorentino che, al pari ad esempio del barocco
bolognese e romano, si è poco a poco perduto.
Il teatro in
musica di Guarnieri è molto particolare in quanto si tratta di teatro
‘spirituale’ senza una vera e propria trama. Ricordo, ad esempio, Il Trionfo
della Notte , su versi di Pier Paolo Pasolini, che ottenne il ‘Premio
Abbiati’ (alla fine degli Anni Ottanta), Pietra di Diaspro su frammenti
di Celant e Maritain tratti dall’Apocalisse che trionfò al Teatro Nazionale (la
sala ‘piccola’ del Teatro dell’Opera di Roma) nel 2007 e Tenebrae su
testi di Massimo Cacciari, Friedrich Nietzsche , Martin Heidegger e George Tral
al Ravenna Festival del 2010, nonché L’Amor che muove il Sol e le altre
Stelle, su testi danteschi, che si è vista sia al Festival dei Due Mondi
sia al Ravenna Festival rispettivamente nel 2014 e nel 2015. Tutti
lavori, di ispirazione spirituale ove non apertamente religiosa, in cui la
drammaticità è interamente interiore. La messa in scena fa ampio ricorso ai
video e la partitura anche a musica elettronica. Di gran parte di questi lavori
esistono registrazioni in DVD. Guardandole ed ascoltandole si può seguire un
filo conduttore: Pietra di Diaspro, Tenebrae e L’Amor che muove
il Sol e le altre Stelle, ad esempio, sono un vero e proprio trittico sulla
trascendenza
Lo è anche Infinita
Tenebra di Luce che prende indirettamente lo spunto dal saggio L’Angelo
Necessario di Massimo Cacciari, una lettura filosofico-teologica
dell’Angelo attraversando i testi e le immagini, a partire dall’antichità
giudaico-cristiana o pagana o iranica sino a Klee o a Rilke o alla riflessione
di Henry Corbin. Guarnieri utilizza versi tratti da Poesie alla Notte di
Rainer Maria Rilke, si tratta di singoli versi non di brani completi. In tal
modo si da il senso di come la luminosità dell’Angelo penetra l’oscurità e la
sconfigge.
L’opera
inizia nel Foyer del Teatro dove gli spettatori, entrando, sono confrontati con
una bella statua vivente di un Angelo dorato. Non ci sono personaggi, ma volti
(due soprano, un baritono, un tenore, una voce recitante, un solista di
ottavino che appare nell’ultima ‘sequenza’) . Il lavoro è suddiviso in 18
‘sequenze’ , senza però soluzione di continuità. Le ‘sequenze’ non sono
‘numeri chiusi’ ma momenti che si susseguono con quattro interludi orchestrali
dove entra in gioco ‘la voce recitante’. Guarnieri non fa uso di musica
elettronica in Infinita Tenebra di Luce ; un piccolo ensemble
(ContemporArtEnsemble) guidato da Pietro Borgonovo ed integrato da un ottavino
sul palcoscenico nel finale da grandi sonorità nel piccolo ambiente del Teatro
Goldoni. La scrittura musicale è rigorosamente cromatica. La parte vocale è,
per molti aspetti, ‘classica’: voci straniate come in Monteverdi, arie, duetti,
quartetti , momenti polifonici. Livia Rado e Clara Porta sono i due soprano,
Gregory Bonfatti il tenore, Salvatore Grigoli , il baritono, Fulvio Cauteruccio
l’attore/voce recitante. I cantanti restano immobili su due tavoli,
La regia, la
scena e le luci di Giancarlo Cauteruccio (l’allestimento è in collaborazione
con l’Accademia di Belle Arti di Firenze) sono imperniate sul bianco e nero
delle tenebre, con un breve momento di luci rosse anche sui palchi a
rappresentare il pericolo dell’inferno,
L’opera dura
un’ora. Di grande tensione e di grande spiritualità. Al debutto, il teatro era
pieno ed ha salutato autore ed artisti con dieci minuti di applausi.
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