lunedì 3 settembre 2007

CON SUEZ-GdF SARKOZY SI E’ FATTO IL CAMPIONE DELL’ENERGIA

I primi cento giorni del mandato presidenziale di Nicolas Sarkozy sono terminati con un vero e proprio coup-de-théâtre: l’annuncio domenica 2 settembre (quindi, a mercati chiusi e prima che l’Europa vacanziera riprendesse fiato) della fusione tra Gaz-de-France (il monopolio francese del gas) e Suez (la principale azienda francese privata nel settore dell’energia). Ricordiamo che mesi fa l’Enel aveva avuto mire su Suez per farne un colosso energetico “europeo” e che ancora a metà agosto la Commissione Europea aveva espresso perplessità sull’operazione – allora in corso da mesi e così complessa che, secondo alcuni, non sarebbe mai andata in porto. Invece, arrivata all’approdo prima che molti se lo attendessero. Il risultato è un colosso nazionale, non europeo, di 80 miliardi di euro. Molte attività di Suez (in materia di ambiente e di servizi pubblici, come le condotte d’acque) verranno scorporate (e cedute sul mercato) e la nuova compagnia che si chiamerà GDF-Suez si concentrerà sul settore energetico.
Sotto il profilo giuridico ed economico, si tratta non di una privatizzazione ma di una denazionalizzazione in quanto la quota dello Stato in GDF era pari all’80% del capitale , mentre nel nuovo gruppo sarà del 35% (ma parte del sindacato tema che scenderà presto al di sotto di quel 34% che assicura poteri di veto analoghi ad una “golden share”). E’ presto per esaminare gli aspetti tecnici dell’operazione che vengono dischiusi oggi 3 settembre ma richiederanno molto tempo per essere analizzati e studiati. A Bruxelles si parla già di mesi per esaminare questo nuovo “dossier”
Sulla base delle informazioni sino ad ora fornite, tuttavia, pare si tratti di una denazionlizzazione “anfibia”. E’ un termini professionale che prendiamo in prestito dalla musica, in particolare dalla vocalità, in quanto ci sembra il più eloquente per descriverla . Un soprano “anfibio”, per intenderci, può raggiungere tonalità sia molto alte sia molto gravi. L’operazione GDF-Suez , da un lato, denazionalizzazione GDF; da un altro crea un competitore importante a Electricité de France, EDF (che ha sino ad ora operato in situazione di monopolio) ; da un altro ancora, porta il capitale ed il controllo pubblico in una azienda sino ad ora interamente privata – anzi una delle gemme dell’industria privata francese. Quindi, la denazionalizzazione ha in sé un germe molto forte di nazionalizzazione. Ciò non potrà non sollevare dubbi ancora maggiori in quel di Bruxelles.
In questa sede, e sulla base dei pochi disponibili, ci preme sottolineare se ed in che misura l’operazione è in linea con l’attivismo del Presidente francese nei primi 100 giorni e con i suoi impegni politici nei confronti degli elettori.
In primo luogo, GDF-Suez nasce come un “campione nazionale” francese ma nulla esclude che diventi uno di quei “campioni europei” proposti nel “Rapport Jacques Beffa” di poco più di un anno e mezzo fa- un documento che la Commissione Europea e molti Governi (in particolare il Governo Prodi) hanno voluto ignorare ma che rappresenta il contributo più importante per l’innovazione industriale nell’Ue.
In secondo luogo, pur se “anfibia”, l’operazione rapporta il mercato sia dando un concorrente a EDF sul piano interno (e forzandone quindi anche un’apertura internazionale che ha sino ad ora rifiutato) sia riducendo la quota dello Stato in GDF.
In terzo luogo, rappresenta un tassello (se ben compreso dai partner europei) verso quella maggiore responsabilizzazione dell’Europa che, unitamente con l’accento sul valore etico dell’azione internazionale, è uno dei cardini della politica francese (come appare in questo inizio di mandato).
In quarto luogo, è un’operazione spedita e prammatica che dà il senso della velocità con il maratoneta dell’Eliseo intende muoversi.

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