mercoledì 27 settembre 2017

Vi spiego gli effetti che le elezioni tedesche avranno in Italia ion Formiche 26 settembre



Vi spiego gli effetti che le elezioni tedesche avranno in Italia
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Vi spiego gli effetti che le elezioni tedesche avranno in Italia
I risultati delle elezioni del 24 settembre in Germania mostrano che l’’era Merkel’ sta finendo. Il quarto mandato alla Cancelliera “di ferro” avrebbe dovuto essere dedicato a preparare la successione all’interno del partito di maggioranza relativa oppure l’alternanza con i socialdemocratici. I risultati effettivi hanno sorpreso i sondaggisti: un crollo dei partiti tradizionali superiore alle aspettative, l’ascesa della destra con tendenze estremiste superiore anch’esse alla aspettative, un aumento dei piccoli partiti liberali ed ambientalisti. La Germania ha di fronte a sé un periodo di travaglio, il primo davvero serio dalla fine della seconda guerra mondiale.
È un travaglio che riguarda tutta l’Europa dato il peso della Germania nel contesto europeo, un peso analogo a quello degli anni in cui il Cancelliere era Otto von Bismarck. Probabilmente il primo aspetto della politica europea a saltare sarà l’accordo bilaterale, in corso di negoziato sulle due sponde del Reno, su come ‘rivedere’ l’architettura monetaria e bancaria europea. Per l’Italia, tenuta fuori la porta come un figlio di un “Dio minore”, ciò non è necessariamente un male. Tuttavia, la revisione dell’architettura monetaria e bancaria europea sarebbe stato un progetto a medio termine che i 19 dell’eurozona avrebbero dovuto approvare all’unanimità.
Ci sono aspetti più immediati su cui riflettere. In primo luogo, se l’aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (Def) può restare come approvato il 23 settembre dal Consiglio dei Ministri e, di conseguenza, se la Legge di Bilancio può mantenere gli orpelli dei testi la cui preparazione è in completamento.
Il Def si basa sull’assunto che la crescita del Pil dell’eurozona sarebbe nel 2018 dell’1,9% (stima Fondo monetario internazionale), quasi a sfiorare il 2%. Sarebbe al traino della Germania (che pur subirebbe un leggero rallentamento, -0,2%, rispetto al 2017). Potrà la Germania reggere il passo e (tirare) il resto dell’eurozona se è attraversata da un profondo travaglio interno tanto che, a Berlino, si esprimono dubbi sulla capacità di formare un governo duraturo e si parla di nuove elezioni tra un anno? Come ricordato in un articolo precedente su questa testata, già prima delle elezioni, la media aritmetica delle previsioni 2018 dei venti maggiori istituti econometrici e previsionali mondiali (tutti privati, nessuno italiano) stimava un aumento del Pil italiano solo dell’1%, e non dell’1,6 % viaggiando verso l‘1,7 % nel 2019. La nuova situazione tedesca impone un aggiornamento dell’’aggiornamento’ del Def. Al ribasso.
Ciò non può non avere effetti sulla finanza e sul debito pubblico. La riduzione dell’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni dovrebbe scendere dal 2% nel 2017 all’1% nel 2018, secondo l’aggiornamento del 23 settembre; e la manovra, quindi, sarebbe contenuta. È questo quadro macro-economico ancora valido dopo l’evoluzione in Germania? Se non se lo chiede il governo, se lo dovrebbe chiedere il Parlamento. E l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb).
A questi effetti immediati, se ne aggiungono altri di medio periodo. Con il supporto attivo della grande coalizione (i socialdemocratici tedeschi si sentivano un po’ cugini nei nostri dem, la Cancelliera Merkel non voleva altre difficoltà sul fronte meridionale ed era ben lieta che avessimo proposto di aprire i nostri porti agli immigrati in cambio di un po’ di flessibilità nei conti pubblici), abbiamo ottenuto sia di posporre varie volte il termine (da noi stipulato) per il ‘pareggio di bilancio’. Una coalizione in Germania con il partito liberale non sarebbe così disposta a facilitare la concessione in Italia.
Altro capitolo: l’immigrazione. È stato uno dei punti su cui sia i cristiano democratico/cristiano sociali hanno avuto un’emorragia di voti verso la destra nazionalista. Il governo Merkel ha già annunciato un cambiamento di rotta e misure dure nei confronti degli “illegali”. È difficile che sia disposto a concedere un ‘equo riparto’ tra gli Stati Ue per coloro che sono sbarcati ma non hanno tutti i crismi di legalità.
Si potrebbe proseguire. I risultati delle elezioni tedesche hanno effetti importanti anche da questa parte delle Alpi.
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