domenica 30 settembre 2012

L'opera di Roma unisce estetica ed economia: è questo il vero "spettacolo" in ll Sussidiario del primo ottobre



TEATRO/ L'opera di Roma unisce estetica ed economia: è questo il vero "spettacolo"
lunedì 1 ottobre 2012
TEATRO/ L'opera di Roma unisce estetica ed economia: è questo il vero spettacoloRiccardo Muti (Infophoto)
Approfondisci
Fa piacere potere parlare bene del Teatro dell’Opera di Roma. Alla conferenza stampa di presentazione della stagione, sono stati presentati dati che molti giornalisti hanno ignorato in quanto provenienti dalle redazioni “spettacolo” e, quindi, più interessati agli aspetti estetici che a quelli economico-finanziari. Il dato più importante è che l’ultimo esercizio è stato chiuso con leggero attivo (0.7 milioni di euro). Le determinanti non sono solamente gli interventi di Roma Capitale (che investe considerevolmente nel teatro) ma un aumento significato degli incassi degli abbonamenti (il 53%) e degli incassi (50%) registrato nelle ultime tre stagioni: dal 2009 al 27 settembre 2012 le presenze di spettatori paganti sono passate da 124.448 a 165.601 e gli incassi da 5.6 a 7.2 milioni di euro. Le rappresentazioni sono aumentate del 34% complessivamente; un contributo importante è stato dato dalla stagione estiva alle Terme di Caracalla. Ciò non vuole dire che il futuro sia roseo e sereno. Non solo il Teatro dell’Opera, come tutte le altre istituzioni, soffre a ragione del difficile quadro economico ma l’avvicinarsi di una campagna per l’elezione del Sindaco di Roma accentua le tensioni. Come si è visto nel recente sciopero del corpo di ballo in occasione della prima di “Romeo e Giulietta”, un confronto sindacale in cui alcune sigle sono parse strumentalizzate. Inoltre, a differenza de La Scala, l’Opera di Roma non fruisce di quella autonomia che consente di programmare a medio termine con miglioramento di qualità efficienza ed efficacia.
Andiamo ai contenuti Quattordici spettacoli, sette nuove produzioni, cinque spettacoli di danza sono i numeri della ricca stagione 2012-2013. Sulla Stagione 2012-2013 dominano i due grandi dell’opera lirica: Giuseppe Verdi e Richard Wagner, uniti dal comune bicentenario della nascita. A questi si aggiunge Benjamin Britten, di cui si festeggia il centenario, sempre della nascita. Un anno ricco di celebrazioni per autori diversi tra loro, ma uniti dall’essere dei grandi della musica, dei creatori di capolavori. Occasioni per ripensare alle loro opere, rivederle in scena con nuove letture musicali e originali allestimenti. 
Nel nuovo cartellone la parte del leone spetta a Giuseppe Verdi, il padre del melodramma italiano, l’autore più amato, conosciuto ed eseguito nel mondo (insieme a Giacomo Puccini).
Tre le opere di Verdi che andranno in scena nel corso della stagione 2012-2013: Simon Boccanegra, I due Foscari, Nabucodonosor. A Verdi sono dedicate le due tournée del Teatro dell’Opera all’estero. Tutte le opere di Verdi saranno dirette dal Maestro Riccardo Muti, Direttore Onorario a Vita del Teatro dell’Opera, oggi il più prestigioso e applaudito interprete verdiano. 
Inizio modulo

Di Richard Wagner andrà in scena un’opera tutta romana: Rienzi. Composizione giovanile che ha per argomento la storia del tribuno Cola di Rienzo. Un’opera di rara esecuzione, totalmente “italiana” nell’argomento. Un piccolo gioiello musicale per festeggiare Benjamin Britten: Curlew River, parabola scritta per uno spettacolo da fare in chiesa. La musica del compositore inglese veste un libretto che prende spunto da un no-drama medievale giapponese.
Sarà proprio la stagione verdiana a dare l’avvio alle prestigiose tournée internazionali. Infatti, in marzo e agosto/settembre 2013 il Teatro dell’Opera porterà a San Pietroburgo I due Foscari e quindi al Festival di Salisburgo Nabucodonosor, con la direzione del Maestro Riccardo Muti.
Sono queste le due prime tournée a cui faranno seguito, già nel 2014, altri  importanti appuntamenti, anche oltre oceano. Il Teatro dell’Opera di Roma ha conquistato – grazie alla presenza del Maestro Riccardo Muti – un ruolo di prestigio tra i grandi Teatri di fama internazionale. 
Un interesse dimostrato già da qualche anno anche dalle maggiori testate del mondo (giornali, siti, radio e tv) sempre più presenti agli spettacoli del Teatro dell’Opera, sia al Costanzi che alle Terme di Caracalla. La conquista di un ruolo nel panorama internazionale tra i grandi Teatri è il segno di un intenso lavoro, condotto nell’arco delle recenti stagioni, che premia la qualità delle esecuzioni, degli spettacoli e la crescita artistica dell’Orchestra, del Coro guidato dal Maestro Roberto Gabbiani e del Corpo di Ballo diretto da Micha van Hoecke.


© Riproduzione Riservata.

La nuova stagione dell’Opera di Roma in QuotidianoArte del primo ottobre


Inizio modulo
stampa
Fine modulo
14 spettacoli, 7 nuove produzioni, 5 spettacoli di danza
http://www.quotidianoarte.it/nl/clienti/4394/img/TeatroOperadef.jpg
La nuova stagione dell’Opera di Roma
Giuseppe Pennisi
Quattordici spettacoli, sette nuove produzioni, cinque spettacoli di danza sono i numeri della ricca stagione 2012-2013.
Sulla Stagione 2012-2013 dominano i due grandi dell’opera lirica: Giuseppe Verdi e Richard Wagner, uniti dal comune bicentenario della nascita. A questi si aggiunge Benjamin Britten, di cui si festeggia il centenario, sempre della nascita.
Un anno ricco di celebrazioni per autori diversi tra loro, ma uniti dall’essere dei grandi della musica, dei creatori di capolavori. Occasioni per ripensare alle loro opere, rivederle in scena con nuove letture musicali e originali allestimenti. Tre le opere di Verdi andranno in scena nel corso della stagione 2012-2013: Simon Boccanegra, I due Foscari, Nabucodonosor.
A Verdi sono dedicate le due tournée del Teatro dell’Opera all’estero. Tutte le opere di Verdi saranno dirette dal Maestro Riccardo Muti, direttore onorario a vita del Teatro dell’Opera, oggi il più prestigioso e applaudito interprete verdiano. Di Richard Wagner andrà in scena un’opera tutta romana: Rienzi. Composizione giovanile che ha per argomento la storia del tribuno Cola di Rienzo. Un’opera di rara esecuzione, totalmente “italiana” nell’argomento. Un piccolo gioiello musicale per festeggiare Benjamin Britten: Curlew River, parabola scritta per uno spettacolo da fare in chiesa. La musica del compositore inglese veste un libretto che prende spunto da un no-drama medievale giapponese.
Sarà proprio la stagione verdiana a dare l’avvio alle prestigiose tournée internazionali. Infatti, in marzo e agosto/settembre 2013 il Teatro dell’Opera porterà a San Pietroburgo I due Foscari e quindi al Festival di Salisburgo Nabucodonosor, con la direzione del Maestro Riccardo Muti.
Un interesse dimostrato già da qualche anno anche dalle maggiori testate del mondo (giornali, siti, radio e tv) sempre più presenti agli spettacoli del Teatro dell’Opera, sia al Costanzi che alle Terme di Caracalla.
La conquista di un ruolo nel panorama internazionale tra i grandi Teatri è il segno di un intenso lavoro, condotto nell’arco delle recenti stagioni, che premia la qualità delle esecuzioni, degli spettacoli e la crescita artistica dell’Orchestra, del Coro guidato dal Maestro Roberto Gabbiani e del Corpo di Ballo diretto da Micha van Hoecke.





venerdì 28 settembre 2012

Romeo e Giulietta tornano a innamorarsi a Roma in Milano Finanza 30 settembre

InScena

Romeo e Giulietta tornano a innamorarsi a Roma

di Giuseppe Pennisi

Una nuova edizione di Romeo e Giulietta di Sergej Prokof'ev apre la stagione autunnale del Teatro dell'Opera e resta in scena fino al 7 ottobre. Il lavoro di Prokof'ev è uno dei favoriti del pubblico romano e viene presentato ogni due o tre anni. La novità è che ora viene mandata in pensione la versione firma da John Cranko (vista a Roma per circa trent'anni).
Il nuovo allestimento porta la firma del francese Patrice Bart per la coreografia, la drammaturgia e la regia. Sul podio il Maestro David Coleman, britannico ma da anni bacchetta di punta dell'Opéra di Parigi. Scene e costumi sono di Luisa Spinatelli. La lettura di Bart e Coleman è decisamente più francese di quella di Cranko, soprattutto perché sottolinea la carica erotica del rapporto tra i due giovani amanti. Aspetto che, nel 1938, causò perplessità al Bolshoi, la cui direzione aveva commissionato il lavoro ma lo lasciò in cantina per diversi anni. Coleman dà il giusto risalto al fatto che la musica della coppia degli amanti sia cromatica, mentre quella dei ragazzi (e del mondo esterno) si presenti rigorosamente diatonica. Si tratta di un artifizio impiegato magistralmente da Richard Wagner nel Parsifal, dove il regno di Klingsor è cromatico e quello del Gral diatonico.
In scena si alternano vari cast, nel ruolo di Giulietta spiccano Venus Villa, prima ballerina dell'English National Ballet e Gaia Straccamore, prima ballerina dell'Opera di Roma.
In quello di Romeo, Dinu Tamazlacaru è il primo ballerino del Berlin Ballett e Yann Saïz quello dell'Opéra de Paris. Di livello il Mercuzio di Alessio Rezza. Buono il resto della compagnia. (riproduzione riservata)

Rating, Europa pronta a sollevare il caso in Avvenire 30 settembre




l’indiscrezione Rating, Europa pronta a sollevare il caso



DI GIUSEPPE PENNISI

A ll’interno dell’Eurozo­na le diplomazie fi­nanziarie internazio­nali stanno tentando di dare corpo a una prima bozza di ac­cordo per quella che dovreb­be essere l’«Unione bancaria europea». Negli schemi che circolano e nella stessa propo­sta della Commissione euro­pea si tratta di un nuovo as­setto per la vigilanza ma non di agenzie di rating, nonostante su tali agenzie siano stati spes­so puntanti i riflettori come u­na delle determinanti della vo­latilità dei mercati e di accele­razione di crisi bancarie.

È possibile che sia la Francia a sollevare il problema. Un la­voro interno alla Banca cen­trale del Paese (il Banque de France Working Paper No.396) utilizza un campione di 53 Sta­ti e dati dal 1977. Si tratta in gran misura di Paesi emer­genti, in quanto sino a tem­pi recenti gli Stati Ocse veni­vano ritenuti «a prova di bomba» nei confronti delle agenzie in quanto le loro ob­bligazioni avevano le classi­ficazioni più elevate. Con la globalizzazione finanziaria, prima, e con la crisi in corso dal 2007, il quadro è cambia­to. Tuttavia, l’analisi fornisce utili indicazioni. La prima con­clusione è che occorre smitiz­zare la capacità tecnico-pro­fessionale delle agenzie: rara­mente «ci azzeccano» nel pre­vedere i livelli futuri di indebi­tamento e di debito. Tuttavia, se si analizzano , su base tri­mestrale, i dati, ne risulta che i loro «oracoli» hanno un forte impatto sui tassi d’interesse a cui collocare i titoli pubblici e sugli spread. In breve, hanno una reputazione che non si meritano, ma possono fare danni. Lo conferma indiretta­mente un lavoro più limitato in scopo della Banca d’Italia, in cui si analizzano le princi­pali tipologie di contagio nel­la crisi finanziaria nell’ambi­to dell’eurozona, tipologie verificatasi a partire dall’ot­tobre 2009, quando l’insol­venza della Grecia è parsa i­nevitabile. La conclusione che, anche a ragione degli annunci delle agenzie di ra­ting, Italia e Spagna hanno subito un effetto di «over­shooting »: gli spread tra i loro titoli e quelli tedeschi sono au­mentati in modo «anormale» e tale da non rispecchiare gli andamenti di fondo delle loro economie. Hanno provocato danni, ma non insopportabili. Daniel Gros, direttore del Ce­ps (Centre for European Policy Studies) rassicura che Italia e Spagna possono «convivere» con tassi del 6-7% sui titoli di Stato se riescono a mobilizza­re il risparmio interno, ed a ri­durre la dipendenza dall’este­ro per l’acquisto delle loro ob­bligazione. Il quadro, afferma il documento, è più complica­to per la Spagna che per l’Ita­lia: a Madrid non basta chia­mare a raccolta il risparmio in­terno: sono anche essenziali o­perazioni di concambio tra de­bito e capitale di rischio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Una «revisione» delle agenzie non compare nella bozza sull’Unione bancaria. Ma la Banca centrale francese «studia» le contromisure